Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
Se a' miei lettori non avesse bastato 1' aver
10 fin qui provato, che la lue venerea non può storicamente dimostrarsi portata esclusivamente dall' America; e che dall'antica esistenza de'sintomi deve dedursi l'antichità pure della malattia, siccome dalla causa se ne deduce 1' effetto ; ora presenterò loro il quadro fedele del morbo gallico, da essi creduto nuovo, con tutte quelle modificazioni, che subì dal tempo, dai climi, dai costumi, dalla vita, dal vitto, e dal governo de' popoli da esso invasi. A questo porrò di fronte il quadro analogo di altri morbi non creduti nuovi, e che hanno la maggiore analogia con quello ; onde dal paralello di tali quadri si possa rilevare la loro rispettiva o differenza o identità di forma, di sintomi, di essenza.
La prima descrizione della lue gallica , perchè datata dal giorno 18 giugno 1494' ^atta dallo Scil-lacio è del tenore seguente: „ Pustole purulente della grandezza di un grosso lupino di figura rotonda ;
11 male principia da prurito e dolor forte negli arti, da febbre acuta ; la pelle, fatta scabra da schifose croste, fa orrore colla sopravvenienza di tubercoli in tutta la periferia di colore prima livido, poi nereggiante. Alquanti giorni dopo la loro comparsa stillano un umore misto di sangue, spremuto il quale, gli
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America Scil-lacio Pustole
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