Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
io5
tanlo proprio della lue venerea, che possa dirsi propriamente patognomonico.
Si guardi finalmente dal presumere, che la fatta descrizione dei sintomi li comprenda tutti in guisa, che altri non ne restino. Abbiamo raccolto bensì i principali, e più frequenti, ma non già tutti, altrimenti ci sarebbe convenuto abbracciare non solo tutte le malattie, ma pur anco tutte le loro differenze, constando dall'esperienza, che questa lue, mutabile qual Proteo, può vestire tutte le sembianze di ogni malattia, e perfino di ogni specie di, malattia (i52).
Dall' analisi delle riportate descrizioni, e di mille altre affatto eguali, che si ommettono, come i-nutili , parmi di poter inferire, che le forme e i caratteri principali, co' quali si presentò la lue venerea pel corso di oltre tre secoli, e in diversità di circostanze, si riducono ai seguenti:
I. La primitiva forma della lue venerea fu quella di un esantema generale, e cronico di molti-plice apparenza bensì, ma per lo piìi o pustolosa,
0 tubercolosa, o squamosa.
Tal verità, oltre la uniforme relazione di tutti
1 testimoni oculari, che ce la descrissero , oltre i disegni e le incisioni , nelle quali ce la dipinsero, vien poi messa fuori di dubbio dai nomi, coi quali la distinsero le varie nazioni ; giacché la Francese la diss-e grosse verole ; la Inglese grand gor ; la Spagnuola bubas, buas ; la Portoghese boubas ; la Toscana mal delle bolle-, la Genovese mal delle
| |
Proteo Francese Inglese Spagnuola Portoghese Toscana Genovese
|