Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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età, nè condizione, né costume, attaccando indifferentemente bambini, adulti, vecchi, popolo, nobili, sacerdoti, claustrali ec... da qual'altra causa dovea ripetersi, che dal malefico influsso dell'aria, e quindi chiamarsi, come fu comunemente chiamata, col nome di epidemia, e di pestilenza?
Ora escludendo il nome di pestilenza, come incompetente alla lue venerea, che è morbo cronico, di raro febbrile e più di raro mortale, richiamerò a disamina 1' altro di epidemia.
Io credo con altri , che 1' aria generi le epidemie, sia come sorgente, sia come conduttore.
Nel primo caso le epidemìe risultano unicamente dalle fìsiche proprietà dell'atmosfera, cioè del caldo, del freddo, del secco, dell'umido ; dallo spirare di certi venti ; e dal passaggio improvviso da u-no stato ad un altro opposto. Le costituzioni infiammatorie, e reumatiche, del pari che le febbri intermittenti autunnali sono di questa specie. Nei secondo caso le epidemie succedono dal respirare un'aria sopraccaricata di effluvj, miasmi o contagi, come sono le febbri remittenti delle maremme, i tifi castrense, nosocomiale, carcerale. Le prime, che sono puramente atmosferiche, non divengono contagiose sotto qualunque estremo. Io con altri le chiamo diatesiche ; e perchè riconoscono una causa che agisce universalmente ed uniformemente o innalzando, o deprimendo la vkalità dell'organismo; e perchè si guariscono con rimedj , che innalzano o deprimono universalmente ed uniformemente
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