Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
Iliq iteli e dei Fracastoro, Manardo, Rat) goni, Mattioli, Brasa voi a, Falloppio, Botallo ec... scriventi dal i5ao in poi, si trova nelle prime rappresentato il male nella sua virilità, e nelle seconde in veceìiiaja. Anzi Fracastoro, vivente tra queste due epoche, assicura, nel trattato sulle malattie contagiose composto in età avanzata, che il gallico avea molto perduto di quella ferocia, che mostrò allor quando egli scri-vea la Sifilide, frutto poetico di penna giovanile. La opinione generale del mitigamento venne talmente esagerata, che moltissimi arrivarono a pronosticarne già imminente la estinzione; e contasi tra questi Brasavola, Faloppio, Tomitano, e perfino Fracastoro, e Sidenham. Con pace di questi uomini immortali io non posso giurare sulla loro autorità in tale argomento, come per mio conforto trovo, che non vi giurò l'insigne Cullerier : ed eccone le ragioni.
Nessuno ignora che gli oggetti che colpiscono il senso della vista fanno maggior impressione di quelli che agiscono su.quello dell'udito,, Segnius irritant animos demissa per aures, Quam cjuae sunt oculis subjecta JidsUbus.
Ora 1' aspetto di persone deformate da capo a' piedi di ulcere, pustole, squame, tumori ec. non dovea forse esaltare la fantasia degli spettatori più assai, che qualunque sorte di dolori reumatici, artritici, osteocopi ec., e per conseguenza far credere, che la malattia si fosse mitigata ? E certo che il terrore fu sempre il maggiore de' microscopi, facendo travisare, ed aggrandire le cose.
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