Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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osservarono molti infetti massime nel villaggio di Scherlievo, donde si estese in seguito a Bucati, Por-torè e Lovrana. Siccome però parve essere stata più estesa, e più violenta a Scherlievo, che in tutti gli altri luoghi, si è creduto doverlo attribuire all' immondezza degli abitanti della classe popolare, le cui capanne umide sono comuni co' loro animali domestici. Questi uomini si cibano male, si vestono peggio, e si trovano nelle circostanze più atte a favorire il contagio. Quindi per esservi state poche famiglie di quel villaggio immuni, e per essere stato quello il luogo, dove si è potuto osservare il morbo in tutti i suoi periodi, e in tutte le sue gradazioni, fu giudicato ragionevole di dare alla malattia il nome di Scherlievo. La natura de' sintomi poi vi fece riscontrare molta rassomiglianza coll'af-fezione venerea del Canada, col Sibbens di Scozia, col Radzygè di Norvegia, e col Pian d'America, o Giaw d'Africa.
Il male ordinariamente si presenta con lassezza delle membra, e talvolta con dolori osteocopi, che aumentano nella notte: con una lieve flogosi di bocca e ,di gola : il malato divien rauco per alquanti giorni: stenta inghiottire; la faccia è animata, il velo palatino, 1' ugola, le tonsille, e talvolta il laringe ed il faringe sono infiammati: subito dopo dalla parte infiammata spuntano delle piccole pustole, che si aprono e tramandano un icore, che tosto rode le parti adjacenti, indi ne risultano piccole ulcerette, che riunendosi formano ulcere più, o meno grandi,
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