Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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Sì, mio Signore, la malattia andava cessando, come scriveva l'amico Zecchinellì all' epoca del 1816. Le notizie pero successive mi assicurano, che di quanto andò minorando in Falcade, di altrettanto imperversò sopra Agordo, dove anzi S. M. I. _£ R. ordinò la erezione di un apposito ospedale, regolato sulle discipline e trattamento pari a quello di Portoré.
L'illustre amico, dopo i dettagli di un pro-cesso verbale, che formano il più preciso albero genealogico della malattia, cosi conchiude :
» Questa Falcadina, comevedete, si può dire dì triplice origine: o per commercio carnale, ed allora vi sono mali locali alle pudende; o per contatto della pelle guasta dalla rogna crassa, e probabilmente scalfita, e qua e là rotta: a per eredità, come nelle citate famiglie Sech, Ganz, Pe-defalcade ec....
Voi non avrete alcun dubbio sulla prima, e sull'ultima di queste origini. L'altra dalla rogna, la quale scalfita potesse aver presentato una facilità all'assorbimento del contagio, viene confermata oltreché dai guasti, che il contagio faceva con grande preferenza alla pelle ed alle fauci, e dalle alternative di questi guasti con fenomeni sifilitici alle ossa, i quali ultimi d'altronde quasi sempre mancavano, anche da un fatto, che mi è stato comunicato dal sullodato chirurgo Rizzi. Egli mi narrò di aver Veduto tredici in quattordici anni addietro (mi parlava del 1816), e di aver medicato
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