Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
i5inon si manifesti, che una sola volta nello stesso individuo. Ella è cosa spiacevole, dice l'illustre D. Valentin, che non siasi potuto stabilire ciò in una maniera incontrastabile ; esso fisserebbe una differenza decisiva tra questa malattia, e la venerea. Io, con pace di questo grand' uomo, non credo che un tal fatto anche bene stabilito sarebbe bastante a fissarne la differenza; ma che inoltre bisognerebbe stabilire incontrastabilmente, essere comune alla lue venerea il ritornare più volle nella medesima persona, come fanno le malattie ordinarie ; e parimenti dimostrare, che i ritorni della lue venerea sono diversi dai ritorni del vajuolo, del morbillo, e di altre affezioni esantematiche essenziali di già tante volte osservatesi (i58).
Athay Aly Khan di Delhi figlio del medico di Nadisah, in una sua dissertazione sulla cura della elefantiasi in uso appresso i medici Indiani ci fa sapere : che il male detto Judam , o Juzham , e Khorah dagli Indiani è lo stesso che la leontiasi de' Greci, la elefantiasi di Lucrezio, la ulcera uni* versale di Paolo Egineta, la lebbra negra di Bois-sieu di Sauvages : che questo morbo universale, chiamato in Arabia anche Daul'Asad, ossia Leontiasi, non deve confondersi coll'altro chiamato Daul'fid, ossia gonfiezza delle gambe, descritto dai medici Arabi ed intitolato lebbra delle giunture da Hil-lary : che trae la sua origine dall'Egitto, come di-ce Lucrezio; che fu portato certamente dall'Africa all'Isole delle Indie Occidentali da quegli schiavi
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