Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      l7lparla spessissimo di lebbra , e pochissimo de' vizj alle pudenda : quando invece dalla metā del secolo XV al XVI, facendo appena cenno di lebbra, parla spessissimo di bubboni, ulcere, gonorree, ardori di orina ... Lo stesso dicasi del Jaws, del Siwin, del Malmorto, dello Scherlievo, della Falcadina, del male del Canada. Adunque nella lebbra, nel Jaws, Siwin, Malmorto ec. al pari, che nella sifilide vi ha questo avvicendamento.
      III. I sintomi venerei sogliono esacerbarsi nelle ore notturne.
      Nč la scabbia, nč 1' erpete, nč le scrofole mostrarono mai questo carattere distintivo.
      Il povero Giobbe sė che fra le tribolazioni della sua lebbra, accusa anche l'inasprimento de' dolori osteocopi in tempo di notte : Nocte os meurn perforatur doloribus, et qui me comedunt, non dormiunt, come lo accusō quel giovine di venti an-' ni, di cui parlava sul principio del secolo XV Ugo-ne Benzi (i45), il quale affetto di crostose pustole (specie di lebbra) per tutto il corpo, con dolori intensi in varie membra, n' era tormentato la notte e sollevato nel giorno ; e come lo accusarono gl' infermi di Scherlievo, di Fāleade, del Canadā, del Pian ec.
      IV. Gl'infiltramenti della sostanza ossea, detti e-sostosi, e gli ascessi in prossimitā delle ossa, detti gomme, caratterizzano la lue venerea.
      L'esostosi, e le gomaie sono sintomi estranei alla scabbia.


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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