Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
Atenodoro, il quale nel libro primo de' morbi popolari racconta, che avanti l'etą di Asclepiade non solo era nota 1' elefantiasi, ma anche 1' idrofobia . S'ingannano, o mio Filone, quelli, che in punto di malattie prendono il pił, e il meno per novitą e differenza (i47)-
Eppure a dispetto di Plutarco, Flinio, Celso e Lucrezio poco dopo rinnovarono la qui^tione, sostenendo la novitą della elefantiasi.
Da Plinio noi sappiamo, che furono incontrate spese immense per la guarigione della mentagra, e che si sono appositamente per tale oggetto richiamati dall' Egitto dei medici. Sorano, educato nelle scuole mediche di Alessandria a' tempi di Trajano e di Adriano, venne condotto in Aquitania a spese di duecento mentagrici, dove ^j» trattenne per alcuni anni, curando con successo e con lucro la lebbra colą dominante.
E non abbiamo saputo parimenti dal Sommari-va, che sul principio del morbo gallico vennero in Italia dall' Occidente, ossia dalla Spagna, degli Empirici dedicati unicamente alla cura di quel male ? E al dire di Pintor, il Cardinale di Segovia non si unse di un unguento mercuriale esperimentato utilissimo nel trattamento del morbo gallico da un certo tale Portoghese, che abitava presso il castello s. Angelo in Roma, il quale avea portato un tal rimedio con sč da' paesi di Portogallo ?
Che pił? alla comparsa della lue di Moravia, del Siwin di Scozia, e del mal di Scherlievo non si
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