Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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Quella indubitata infezione de' Marrani , se fosse sì o no identica colla gallica potrà dedursi e dalla respettiva descrizione sinonima, e dalla comparsa simultanea, e dalla provenienza medesima. Pietro Pintor, archiatro pontifìcio, nella sua prima opera pubblicata del 1499 sulle pestilenze in generale, parla di una pestilenza che regnava in Roma al principio del 149^, la quale dopo qualche tregua continuò, anzi si esacerbò nel
1494 (i55).
Senarega, parlando del morbo gallico , dice che consiste in ulcere sparse per la persona più grandi e più orrendè de'morbilli, somigliantissime alle squame della lebbra.
Senarega adunque si serve dello stesso vocabolo di ulcere per esprimere tanto la malattia gallica, quanto la marranica. Inoltre i caratteri di ulcerosa, e d'incerto contagio, eh' egli attribuisce alla infermità de' Marrani, sono più analoghi alla lue venerea, che a qualunque pestilenza della famiglia tifica, la quale siccome eolita a dominare in que' tempi, perciò sarebbe stata e nota e denominata (i56).
Da Senarega e da Fulgoso è fissata la prima comparsa del morbo gallico tra l'anno 1492 e 149^: alla stessa epoca appunto è fissata dall'Infessura la prima comparsa in Roma del Marranico.
Finalmente il Senarega ed il Fulgoso d' accordo ripetono la importazione del gallico in Italia dalla Spagna, ed in Ispagna dalla Etiopia, ossia Africa, come d' Africa in Ispagna, e di Spagna in
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