Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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alla lebbra, allorché andava declinando nel medio evo; e viemmaggiormente dai moderni nel progresso della lue di Moravia, di Scozia, del Canada, e dell' Illirico. La complicazione parimenti di questa con altri semi morbosi endemici in alcuni popoli, come collo scorbutico, collo scrofoloso, col psorico, coll'erpeticQ... non può aver alterate le sembianze prime della lue venerea? Il così detto male della Crimea, lo Spedalsched della Norvegia, il mal de la Rosa delle Asturie, il Mal-rosso di Cujenna... non sarebbero per avventura esempi di questa lue complicata e degenerata ?
Se a tanto tralignamene fisico del morbo si aggiungerà la poco filosofica osservazione, che riguardava pel- malattia primaria ed unica l'esantema universale, e per meri sintomi della medesima i vizj de' pudendi : e se inoltre vorrà darsi il dovuto compenso alla superstizione, che escludeva a tutta possa una origine, o causa, che infamava la morale de'personaggi più distinti e venerabili, non sorprenderà il vederla calcolata un'infermità straordinaria e nuova. Per le stesse ragioni, e per altre ancora maggiori, fu creduta nuova la elefantiasi, e la menta-gra dai Romani, come pure la lebbra ed il mal-morto dagli Arabisti, quantunque e quelli e questi ne conservassero, e ne riconoscessero le modificazioni, o le sostituzioni sotto altri nomi.
Per dissipare siffatte tenebre abbisognavano i lymi di molti secoli. Si, il fissare che la diagnosi dslle affezioni veneree deve desumersi dalla presenza
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