Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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Abbiamo da Beroaldo il vecchio, fiorente dentro il secolo decimoquinto, che le donne pubbliche di Bologna erano soggette a que' magistrati, che volgarmente si chiamano Prefetti delle Tabelle.
Finalmente Vicenza, dopo distrutto il luogo del- • le meretrici, posto al Castello vecchio presso le mura, nel di 2 di aprile j47°> istanza di un suo o-ratore apposito, ottenne dal Moro Doge di Venezia ancora in quell'anno medesimo una ducale, che le accordò di fissare un quartiere opportuno per siffatte donne, onde non abbiano a vedersi andar vagando per la città con iscandalo delle oneste matrone.
Ma la Venere Pandemia o vulgivaga non ebbe giammai nè tempio nè culto più ben organizzato di quello, che ordinò sotto il giorno 8 di agosto del i547 , Giovanna prima regina di Napoli e Provenza, per la casa di piacere in Avignone. Non deve sorprendere infatti, che una Principessa Francese, bella, spiritosa, nella fresca età di ventritrè anni, sovrana di un regno voluttuoso, in un clima a-frodisiaco, in un secolo dedito ai piaceri, in Avignone, città ove a quel tempo era stata portata al colmo la effeminatezza ; non deve sorprendere, dissi, che questa moderna Cleopatra sia la legislatrice del Codice di Citerà (178).
In questo Statuto la Regina ordina, che in Avignone abbia ad esservi un Lupanare, ma posto fuori della città, nel quale abbiano a starsi rinchiuse le donzelle di tale professione, minacciate dalla pena di frusta lasciandosi vedere in città: che ognuna
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