Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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Il venerabile personaggio, sebbene ripeta il con-tagio dalla congiunzion de' pianeti, pure non dissimula di esserne stato infetto dietro un trattenimento di società, a cui erano intervenuti non solo Bacco e Cerere, ma anche Venere: e che la prima saetta velenosa colpi il ghiande del suo priapo , il quale per la ferita si gonfiò in maniera da potersi appena comprendere con due mani. Oui la causa del morbo si ripone ben in altro, che in blasphe-ma verba!
Martire ad un tempo e Martirologo non può che darci una storia la più pittoresca della malattia. Tanto più, che prima di essere mentulagrico l'avea osservata con ogni attenzione nei soldati di Carlo Vili in Italia, dai quali ne ripete la importazione : Pecbis primum emovi in Itnliam, omnium mirabi-lium, et prodigiosarum rerum vestigatricem: ad speculandos castrenses labores, miserias, et ae-rumnas, inquirendumque istiim incognitum, et Ja-talem morbum, nullum in castris angulum, nul-lumque locum praeterivi, quem non diligenti in-vestigatione examinassetn, donec proh dolor! per-niciosissimum kostem, qui miseram mortalitatem afjlìcturus , et omni genere crueiatus discentu-rus est, offendi ( Gruner, Aphrod. pag. 64 e seguenti ).
E osservabile che la massima parte degli Alemanni, che si annoverano tra i primitivi scrittori del morbo gallico, aveano viaggiato in Italia: tali sono, oltre il Grunpek, Corrado Schellig, Giovanni Sciphover, De Meppis, Leonardo Schmaus, Ulrico De Hutten ... anzi l' ultimo fra questi fu come Grunpek e Martire e Martirologo di questa lue. Qual meraviglia? Già è noto a tutti che in que' tempi il viaggio d'Italia era un articolo della pubblica istruzione pegli Alemanni, come quello della Grecia agli antichi Romani.
(21) Vedi Luisino, Astruc, Girtanner, Gruner...
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