Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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pedestres ex ebullitione humorum me vidisse attestor pati plures pustulas in facie. et per totuni corpus, et incipientes comuniter sub praeputio , vel extra praeputium , sicut granum mìlii, aut super castaneam cum aliquali pruritu patien-tis. Aliquando incipiebat pustula una in modum vesciculae parvae sine dolore , sed cum pruritu fricabant et inde ulcerabatur tanquam formica corrosiva, et post aliquot dies incurrebant in an-gustiis propter dolores in brachiis , cruribus, pe-dibus cum pustulis magnis. Medici omnes periti cum difficultate curabant... et durabant pustu-lae super personam tanquam leprosam variolo-sam per annum, et plus sine medicinis. Vedi Georg. Hieron. Velscbii Sylloge Curat. et obs. med. p. 5o.
Ecco che Cumano conosceva, e medicava la lue venerea all'assedio di Novara nell'anno 149^, e dicendo che le pustole duravano un anno e più, qualora non erano curate , mostra che la malattia già esisteva anche prima del i494-
(25) Che Alessandro Benedetti scrivesse sul mor« £0 gallico tra il 149^ e ^49®» me ne persuado per ciò, che nella sua Anatomia al cap. XX, lib. 2 dice : morbus gallicus ad nos ex occidente dum haec ederemus irrepsit. Siccome poi Giacomo Antiquario fin dal febbrajo del 1496 eccitava il Benedetti alla pubblicazione di quell'anatomia, come risulta da una epistola inseritavi : e siccome inoltre la dedica dell' anatomia fatta all'imperator Massimiliano era nota all'Antiquario fino dal 1496, giacche 1' accenna nella lettera suddetta : e siccome finalmente il Biancolini riferisce di questa anatomia una edizione di Venezia del 1496 ; così parmi ragionevole , che il Benedetti ne scrivesse all' epoca già di sopra enunciata» In conferma di ciò, egli come medico castrense curò il famoso Conte di Pi-ligliano dentro il 1490 per una ferita riportata
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