Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene
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hominum a Ila tu m , qui faciem, corpusque mi-serrimis cicatricibus deturpare solet: quem ego non minus nocivum, quam lepram puto, multique boni viri in e a sunt opinione. Il dottor Baronio, il Micali e l'Orioli, eruditi scrittori, sostennero recentemente siffatta opinione. Non indifferente parmi il ri, flettere, che appunto la Campania fu il luogo di soggiorno di quegli Africani, che formavano l'armata di Annibale, onde aggiungere un argomento di più in appoggio della origine africana del contagio sifilitico.
A proposito di malattie prodotte dalla libidine vien da taluno sospettata di venerea anche quella di Andrea de' Mozzi, cacciato d'ordine del Papa dal vescovado di Firenze al nostro di Vicenza, e dal Pante messo nell'inferno tra j libidinosi:
Priscian sen va con quella turba grama, E Francesco d' Accorso anco, e vedervi, S' avessi avuto di tal tigna brama, Colui potei, che dal servo de' servi Fu trasmutato d' Arno in Bacchiglione Ove lasciò di m.al protesi nervi ...
(166) Mittarelli, Supplem. ad. Script. Rer. Ital' Muratori, pag. 796.
In Christi nomine. Amen. Anno a Nativitate ejusdem millesimo quadriiigentesimo nonagesimo septimo. Indictione decima quinta1, tempore Ponùfi-catus Sanctissimi in Christo Patris, et Domini nostri, Domini Alexandri Divina Providentia Papae sexti, die vero prima Jarmar ii. Ilaec sunt statuta, ordinata, et facta ad laudem, et gloriam Dei... ad reprimendum inordinatum sensum, et appetitimi me-retricum liabkantium in civitafe Faventiae...
Item, che non sia meretrice alcuna, che osi servire nel tempo della sua infirmila, o che avesse il male franciosio, sub pena di essere bruscata.
Item, che non sia meretrice alcuna, che osi servire alcuno infermo, 0 de] altro bruto male, sub p^ na reservala alli dicti Ufficiali,
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