Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      _ 90 _zione concava aderissero saldamente alle intestina; non così, se trova vasi deforme per ulcerazioni, lividezza, pustule, contratture, distensioni, durezze e segregasse umori purulenti. Era pessimo raugurio se avessero notato spostamento dalla sede normale, poca aderenza ai precordi, se, mutato il luogo, occupasse la regione della milza: e questa al contrario si tenesse a destra, se più piccolo, e gracile, ed arido, o poco apparente fra gli altri viscerj. Come pure se mancante del tutto o della porzione superiore, o si disciogliesse per tabe preesistente m degenerazione pultacea o spappolamento. Nel cuore osservavano l'esilità, la flaccidezza, la misura, la grandezza, la rugosità, non che la degenerazione adiposa e la lunghezza maggiore o minore. Nel dotto biliare notavano la turgescenza e la fluidità del licore secreto; negli altri visceri il congelamento, la lividura e le varie macchie. Nell'esame del peritoneo e intestina, spiavano le ulcerazioni, il sangue, i versamenti di pus: « si phlyctoenis aut ampullis aut « salsilagine refertis scaterent, aut lacerata essent vel rupta vel « divulsa. » I polmoni bifidi e a grande incisione annunziavano lentezza, mentre che i semplici e uniformi affrettavano gli avvenimenti.
      Dall'esposto di leggeri comprendevi come non tanto superficiali dovettero essere le cognizioni fisio-anatomiche degli Estispicii, se non solo i caratteri più comuni investigavano nelle ispezioni viscerali, ma anche le più minute dilferenze nella loro natura, colore, densità dei tessuti fino alle più profonde iatture patologiche. Cicerone, parlando di siffatta disciplina, dice: « nani duin haruspicinam psse vultis, physiologiarn totani pervertiti*. » Ed in più luoghi, citando gli Aruspici, accenna a'Medici e mostra come fosse, a suoi tempi, grande l'antagonismo fra loro: e FAr-pinate, secondo la sua grande versatilità, dava ragione agli uni o agli altri, comechè meglio a lui attalentasse 0 # « Quis hoc « Physicus dixit unquam? Haruspices dicunt. His igitur (inani « physicis pjtius rredendum existimas? Quod quim pluribus dius « immolatur qui tandem evenit ut litetur, alias non litetur. » Ed
      (1) Cicer. — De divinai.: Lib. ir. 10.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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