Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Claudio imperatore, secondo Cornelio Tacito O), riferi al Senato intorno al Collegio degli Aruspici, invocando che « ne vetustissima Italiae disciplina per desidiam exolesceret. » Secondo il parere del medesimo gli Aruspici salvarono la repubblica in tempi calamitosi, e mantennero intatte le cerimonie avite. I)i più conservarono la prima scienza etnisca propagata nelle famiglie romane per volere dei Padri Coscritti. Averla i Grandi di Toscana volontari o spinti da' Padri di Roma ritenuta: ora non si stimare per la trascurarla delle arti nobili e per attendersi alle superstizioni forestiere; andarci ogni cosa prospera, ma doversene ringraziare i benigni Iddii: e non volere i sagri riti, nell'avversità osservati, nelle felicità dismettere ». I Senatori ordinarono che i Pontefici riferissero.su quanto dovevano gli Aruspici ritenere e osservare P). E circa alle suddette superstizioni, intende il decreto di parlare del culto di Serapide, del Giudaismo e della incipiente religione di Cristo, che dovea col tempo levar di seggio tutti gli Dei dell'Impero.
      Seneca considera equamente nella sua critica bilancia l'aruspice e il medico. Dico che l'aruspice è utile come ministro del fato; e immediatamente soggiunge che se la sanità si devo al fato, e da attribuirsi non meno al medico, giacché per mano del medesimo a noi giunge il beneficio del fato.
      Tutte queste discipline dei primi popoli Italiani, e le cognizioni anatomiche più.attinenti alla medicina, versavano su altre più indirette, ma non meno profìcui all'igiene pubblica e privata, ossia sui fenomeni fisici dell'aria e del cielo W. Le vicis-situdini atmosferiche durante il corso delle stagioni, gli esquilibri di temperatura, il partire periodico delle piogge e procelle dai gioghi Apennini, la sterilità dei campi e delle messi senza alcuno studio di meteorologia, erano senza fallo predette, come
      (1) Cornelio TacitoAnnali; xi, 15.
      (2) TacitoAnnali; Traduzione di Bernardo Davanzati. Sonzogno, 1874.
      (3) Seneca — JYia tur. Quaest.; n, 38.
      (4) Plinio — l c.; Lib. ii, 52.
      (5) Seneca — Nat quaest.; n, 12, 32.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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