Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      tali però trassero i Marsi e i Peligni i primi rimedi, sia pure che la crudele Medea, inventrice dell'aconito, avesse più intenzione di preparare veleni che di guarire malattie. Invece la Dea Angizia più umana delle sorelle, insegnò ai rozzi montanari la scienza salutare che sa porsi di contro ai morbi e strenuamente resistere, e fece preparare le piante salutari che coi loro succhi di conosciuta virtù sanassero le malattie. Però i semplici passarono di moda e gli Etruschi che per la loro perizia di bonificare i terreni si dovevano imbattere ad ogni piè sospinto in una polla di acqua designarono le virtù mediche delle minerali, ondechè le oggi recentemente scoperte erano da lunga pezza conosciute mediante l'indefesso studio degli Aquilegi.
      Catone il Censore, così amante della virtù dei semplici e delle erbe, che rimettea le lussazioni mediante le incantagioni ereditate dai Marsi non parlò mai di acque minerali, almeno nei frammenti che ci sono rimasti dei suoi scritti neppure nel trattato de Re Rustica in cui t into diligentemente si occupò di agricoltura e della medicina del bestiame. Segno manifesto che egli abborriva da tutto ciò che non era rimedio vegetale, e tratto dalle nozioni botaniche conosciute a suoi tempi. E osservisi come avendo egli fatto speciale studio sulle origini dei popoli italici, e premettendo in una sua prefazione, «ut caeteris Lati nis vi ani « faciam, quaecumque memoria prodita gentibus Italiae sunt, et « nunc Romano imperio subditis, scribere instituo », non può non ammettersi che egli avesse seguito anche in medicina quello che si era insegnato dalle prische genti della \ enisola. Ma Varinone però, Ovidio, Virgilio, Orazio e molti storici parlano diffusamente della medicina delle acque minerali, che sembra dopo l'epoca di Catone sieno tornate in fiore per uso medico.
      Ma la venuta del grande riformatore greco Asclepiade più fortunato dell'antecessore Arcagato, che fu cacciato poco meno che a legnate, diede il crollo alla antica medicina italo-etrusca, giacche secondo le testimonianze di Plinio, l'antichità aveva fino allora tenuto fermo. Questo medico giunto a Roma con grande rinomanza, come ex cortigiano di Mitridate, diè l'ultimo colpo agli amuleti, agli incantesimi e alle virtù dell'erbe medicinali. Epi-


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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