Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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cureo in filosofia ammise la materiale combinazione degli atomi, da cui la sanità e la malattia; dichiarò guerra spietata agli emetici, ai purgativi, e all'uso delle acque minerali tanto allora adoperato; fondò la sua medicina sull'astinenza, sulle frizioni, sulla passeggiata e sulla ginnastica, rubando molto all'antica scuola italiana di Iceo di Taranto e Prodico di Selimbria che per i primi
. ed in Italia curarono molte malattie con cura razionale ginna-
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stica. Ài bagni sostituì il vino, copiando le ricette Catoniane, e l'acqua prescrisse per uso interno, talmente da essere chiamato dai contemporanei il medico dell'acqua fresca. Però con le sue abili maniere, e usato a corte, seppe guadagnarsi una tale nomea da avere molti seguaci che lo encomiarono e lo fecero grande maestro. Di più l'essere greco gli valse, per forza di moda, a distruggere quella vecchia medicina che avea formato la vera salute delle generazioni a lui anteriori. Ma di lui in seguito.
Dal che credo abbastanza facile a comprendersi come fino all'epoca di Asclepiade fu in vigore in Italia una medicina. Questa seppure adombrata di miti e di superstizioni non cessò di essere eretta a sistema, (piale decadde sotto i ripetuti colpi delle briose ed affascinanti dottrine greche.
E bramo notare che il primo periodo fu quello direi della medicina botanica inventata dai Marsi.
Il secondo, quello degli Etruschi che abbandonarono le vecchie usanze per abbracciare la medicina minerale, mediante l'uso delle acque che ebbero voga per virtù sanatrice dei loro principi i.
Il terzo, che direi periodo misto botanico e minerale accettato dai Romani fino alla venuta di Arcagato e di Asclepiade.
Io non intendo qui discutere il valore e la pratica utilità dei due primi periodi che costituirono la medicina dei prischi po-poli d'Italia prima della fondazione di Roma. E un fatto però che ebbero esistenza molto accentuata e distinta e che per varii secoli soddisfecero ai bisogni di quei popoli. La medicina non essendo che lo studio della natura, la divinazione degli antichi Aruspici vi discoprì le molteplici parti fisiologiche e anatomiche considerandola allora non un'arte o scienza a sè, ma cosa divina degna del più gran culto, consacrata dalla invenzione degli Dei
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