Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      lavoro di bonificazione e apertura di cloache al primo dei Tar-quini. Cicerone poi lodando la elevata posizione prescelta da Romolo per costruire la sua piccola città, cioè il colle Palatino circondato dagli stagni Velabri, dice: « locum in pestilenti regione « salubrem ».
      In tutto l'ambito dell'antico settimonzio le vallate basse e impaludate erano allagate dallo spesso elevarsi del fiume, che la-• sciando acque morte e melmose nel suo ritrarsi, aumentava le tristi condizioni; e molti impaludamenti non si disseccavano mai. Sui clivi vegetavano boschi di quercie, faggi, vimini, laureti, e mirteti. Le seminagioni e l'agricoltura in genere cedevano il campo agli armenti che poteano prosperare in tai luoghi, e le insidie della palude e la cattiva natura dell'aria poteano essere anche delle difese naturali dalle esterne aggressionim
      Però le molte selve doveano rendere più rigida l'aria, più fredda la temperatura, e il clima diverso. Per (pianta fede meriti un poeta, Orazio vedeva permanentemente, sembra, le nevi sulla cima del Soratte, ciò che in seguito non si è che raramente osservato. Per la suddetta vegetazione arborea così
      spessa, anche il fiume Tevere non dovea essere così dannoso in tutte quelle gravi inondazioni che si s no verificate nei tempisuccessivi. Nel 480 di Roma, dopo quaranta giorni di neve agghiacciò il Tevere e molti alberi fruttiferi si disseccarono. Saserna, scrittore di ('ose agricole anteriore a Columella, e Varrone notavano che alcune contrade, ove per l'inverno freddissimo non poteano in addietro prosperare e viti e ulivi, a suoi tempi"erano rigogliose per ricchi uliveti ed ubertosissime vigne. Plinio attesta come gli antichi non pensar no mai che la vendemmia fosse
      imatura innanzi l'equinozio, ma vedeva tutto il contrario a' suoi tempi. « Vindemiam antiqui nunqiiam existimavere maturam ante » aequinocrium: iam passim rapi remo ». E presso a poco sostiene il medesimo Varrone t3).
      (1) Cantò CesareStoria degli Italiani; Voi. i, cap. 5. Torino, 1857.
      (2) Plinio — xviii, 31.
      (3) Varrò — De re rustica; i, 21. Venezia, Curti, 171)7.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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