Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      bigio, ed anche travertino bruno giallognolo, solido, cellulare a frattura semicristallina, che rimpetto a Testacelo assume aspetto di cannelli calcarei, striati fibrosi con incrostazioni di fusti vegetali.
      Al Gianicolo, al Vaticano, al Pincio (anticamente monte degli orti) vedesi dovunque tufo or bruno, or biancastro, friabile, • semifolioso, con ischeletrì di fuchi diversi, gusci di testacei marini, impressioni di foglie d'albero, e dappertutt > marna figulina, dot-toletti di lava bigia, granuli di lapilli terrosi, concrezioni calcaree e frammenti pumicei diversi.
      Per cui la costituzione geologica di una buona parte dei sette * colli di Roma è di tufo basaltico e pnmiceo, il primo detto anche peperino; mentre il travertino che co>\ pure vi abbonda non è che un tufo calcareo e compattissimo. Ciò dimostra che nel suolo romano preesistessero grandi sorgenti minerali calcarifere che per forza del tempo fecero di eguale natura le pianure, le roccie e montagne. Ed invero quel territorio è stato sempre abbondante di acque di siffatta natura. Ad esempio, presso Tivoli esiste tuttora un piccolo lago* dove, mentre il gas idrosolforicó si separa dall'acqua, in fondo si deposita una materia calcarea che mano a mano si condensa in concrezioni rotonde a strati concentrici, che formano precisamente quel travertino così abbondante non solo in Roma ma in tutta la campagna romana.
      Da questi brevissimi cenni geologici si comprende facilmente come il clima di Roma dovesse fin d'allora essere molto umido, e i varii bòschi lo rendessero inoltre freddo. Anche il Palatino, quantunque secondo le tradizioni sia stato il primo abitato, non potea essere affatto salubre, stante che restava a cavaliere della palude Velabra, innanzi il bonificamento praticato da Tarquinio Prisco. Infatti è tradizione che gli Aborigeni lo abbandonassero, e cercassero altrove soggiorno meno pestifero. Però dopo altre epoche sorsero anche lì templi e nobili abitazioni. E parlando sempre dei tempi più oscuri, anche FEsquilino, quantunque por posizione salubre, dovè abbondare di miasmi, se buona parte di esso fu dedicato ai puticuli o fosse pei cadaveri della plebe romana.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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