Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
Della povertà di siffatti tempi ragionando Plinio (*) dice come povere orano le case di coloro che fondarono l'impero, i .quali andando a vincere tante nazioni e a riportare tanti trionfi, lasciavano l'aratro e il focolare, e avevano possessioni molto minori elio oggi non sono i celiarli dei ricchi: « Rimirimi sic habitarunt « il li, qui hoc impennili fecero tantas ad vincendas gente*, trium-•« phosque relerendos ab aratro aut. foco exeuntes, quorum agri « ([iioque minorem inodum obtinuere quain cellaria istorimi. »
Meno il portico intorno al foro, gli aggeri, le mura della città e il tempio Capitolino, restaurato in seguito dall'ultimo dei Tar-quini, tutte le fabbriche erano rozze e disadorne. Comunque tali e rispettando l'opinione di Ovidio, che le dico fabbricate di strame e di canne, a me piace meglio di abbracciare il parere di Varrone (2) come quello che può sufficientemente addimostrare che misure igieniche 11011 fossero del tutto estranee nell'erezione delle case o pubblici edifici; e si ponesse molta attenzione nel guardarsi dalla soverchia umidità del suolo per l'arte muraria. Kuli dico come i nostri antichi abitassero in case di materiale laterizio con leggero affondamento di pietre. « Antiqui nostri domibus lateritiis paululum modo lapidibus suffundatis habitabant, » specialmente per salvarsi dall' umidità « ut humorem « effugerent. »
L'argilla di cui è sì ricco il territorio di Roma, servì mirabilmente a costruire mattoni. Secondo Vitruvio (3) sembra che in Roma e dintorni la maggior parte delle case fossero edificate a mattoni disseccati al sole, ed insegna egli stesso il modo come si costruivano. Presto però l'esperienza e l'igiene ne palesarono la poca durata, sicché fu adottato il sistema di cuocerli nei forni.
A renderlo più solido i Romani mescolarono al mattone il tufo pesto, che gli faceva acquistare un colore rossastro e solidità moltissima. Lo stesso Vitruvio afferma come con tal metodo si facevano mattoni non molto grossi, ma lunghi, e accenna come
(1) Plinio — Lib. xxxvi, cap. 15.
(2) Varrone — Fragmenta collecta a Peters.
(3) Vitruvio — De Architectuni : Lib. ii, cap. 14.
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