Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
Proclo nel Timeo, lib. I pag, 49, dice quale tosse l'ufficio di Minerva da cui trasse anche il nome di l^siac. E Cicerone: t2) « si « sine medico medicinam dabit Minerva, Musae scribendi, legendi, « caeterarumque artium scientiam somniantibus non dabunt. » Dove vedesi come Cicerone, oltre non ammettere più la volgare superstizione dei sogni, schiera non solo la medicina fra le scienze ed arti, ma nel novero di quelle arti che esigevano una scienza, sdentici artis.
V. Il culto di Giunone era praticato in Italia da tempo immemorabile. Si ritiene che essa presiedesse ai parti; ed Ovidio nei Fasti accenna in più luoghi la religiosa fede con cui era adorata, e i boschi a lei consacratiGratia Lucinae declit tibi nomina Incus Aut quia prineipium tu Dea lueis liabes.
Parce, precor, gravidis facilis Lucina puellis, Maturumque utero molliter aufer onus. (3)
ed altrove :
Dieite, tu nobis lucem, Lucina, dedisti Dicite, tu voto parturientis ades.
Si qua tamen gravida est resoluto crine preeetur Ut solvat partus molliter ipsa suos (4)
componendo o riferendo un inno quasi popolare a questa divinità. Celebri erano i templi eretti a Giunone in Lanuvio e in Gabi, famosa per le acque. In Ardea, l'antica Ardea, Giunone prendeva il nome di natio o Dea natio.
VI. Storicamente importantissimo è il culto reso alla Dea Salute,
che ne' suoi attributi pressoi Latini non differì gran fatto dall'Igea de' Greci, nome come si è detto eli sopra attribuito anche a Mi-
4 iim-.^.--
(1) Meibornii — De incubatione in fanis Deorum; vi.
(2) Cicero — De divinatione ; n.
(3) Ovidio — Fasti; Lib. n.
(4) Ovidio — Fasti; Lib. ni.
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