Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      E questa Dea sanatrice è detta dal medesimo Ovidio antichissima:
      Prisca Dea est: aliturquc cibis qui ante solebat;
      Nec petit adscitas luxuriosa dapes.
      Ed in proposito credo non ozioso l'osservare come falsamente siasi considerato proprio dell'epoca nostra l'uso della carne cruda nel marasmo infantile. Trousseau, Weisse, Gamberini, Fuster, Lekman, Schutzemberger ne sono stati i più gagliardi cultori e banditori. Or bene, questo grande trovato era certamente già noto ai Romani antichi se erigeano alla Dea Carna un tempio apposito, e se Ovidio così stupendamente illustrava le cure fatte sotto gli auspicii della Dea stessa ai bambini malati per manco di nutrizione. Cosicché i Romani a noi da secoli aveano indicato un rimedio consacrato a culto speciale con ara e ministri.
      L'aria impura ebbe anche l'onore di culto e fu detta Mefite. Virgilio W, parlando di questa Dea, si esprime:
      .....saevamque exhalat opaca mepliitim.
      Il commentatore Servio P) la definisce: Dea atta ad allontanare la molestia e il puzzo di quell'esalazione gravissima che nasce dalla corruzione dell'aria. Donato, secondo Famiano Nardini, situava il tempio della Dea Mefite nella regione Esquilina e precisamente nel Vico Patricio; altri invece lo situano a San Lorenzo in Fonte volgarmente San Lorenzolo presso la via Urbana. Tacito (3) dice che il solo tempio della Mefite fosse innanzi alle mura, loco seu mimine defensum. Festo, parlando del Re Servio, conferma la sede del tempio della Mefite nel vico Patricio, e soggiunge che essa è la stessa Giunone. Donato, commentando tal passo, conchiude che la Dea facilmente fu adorata in quei luoghi, ossia nelle vicinanze dell'aggere Tulliano, affinchè il miasma foetor
      (1) VirgilioEneide; in.
      (2) ServioEneide; vii, 84.
      (3) Tacito — llistoriae; ni, 53. Turici, 1850.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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