Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      l'utero. Aveano simulacro in Campidoglio innanzi la cella di Minerva, ed erano rappresentati con le ginocchia piegate.
      Furono altresì adorati idoli aventi grande relazione con le più importanti cognizioni ostetriche. Fra essi Prosa, Prorsa, Postuerta Dee celebrate presso i Romani e onorate di altare e funzioni sacre traevano la loro origine dai differenti modi con cui il feto in casi gravissimi si presentava. La Dea Prosa, sorrideva benigna quando il parto veniva in retta e legittima posizione; la Postuerta presiedeva al parto quando il bambino veniva in difficile posizione, in quella cioè che gli ostetrici appellano per le natiche. Aulo Gellio W così commenta un brano di Vairone «quando « infantes contra naturam conversi in pedes sunt, brachiis plerumque deductis retineri solent, aegriusque tu ne mulieres eni-» tuntur ». Tanto grande era stimato il pericolo di siffatta posizione del feto, che i Romani eressero culto ed ara alle due Car-mente; ed in verità il parto per i piedi forma anche oggidi una delle più intricate difficoltà del chirurgo operatore.
      Alla donna dopo il parto W soccorrevano protettrici altre tre divinità. Erano Intereidona, Pilumno e Devera che presiedevano all' intercisione ombelicale e a garantire il bambino dai tristi influssi del Dio Silvano ritenuto di cattivo augurio e contrario al retto sviluppo del neonato.
      E le supreme gioie della maternità erano consacrate dalla Dea Matuta così, secondo Festo, chiamata dagli antichi per essere immagine di bontà. Servio Tulio le fabbricò un primo tempio che fu restaurato da Furio Camillo al termine della guerra di Yeio. La Dea Bona ebbe analogo culto e natura.
      Nè basta. Plutarco nelle Questioni Romane riporta come fosse adorata una Magna Geneta che presiedeva alle gestazioni dall'istante del primo concepimento fino a parto compiuto: e secondo il medesimo, questa Dea aveva gli stessi attributi delfE-cate dei Greci. Ad essa veniva sacrificato un cane che è pure
      (1) A. Gellio — Lib. xvi, cap. 10.
      (2) AugustinusLib. vi, 0, ap. Graev.
      (3) Plutarco — QuaesL Rom.; 9, 52.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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