Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
comune, onde templi furono dedicati alla medesima, come riportarono Cicerone, Valerio Alassimo e Macrobio.
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Così pure l'Angina, per il carattere epidemico e le forme più o meno gravi che essa assume, doveva talmente aver richiamato rattenzione dei legislatori, da considerarla (piale divinità esistente, onde, per maggior fiducia e devozione, meglio fossero adottati i rimedi proposti contro si pericolosa malattia.
I sacerdoti dedicati al ministero di questi e di tutti gli altri Dei salutari doveano apprestare e consigliare i mezzi atti a guarire e preservare dalle malattie.
Ciò era veramente logico presso i Romani, sia perchè i cittadini apparassero meglio a schivare i mali e mantenere i loro corpi sani, robusti e vigorosi al servizio della patria, sia perchè concentrando offici civili in poche persone, più grande fosse il numero dei cittadini capaci a dedicarsi alla guerra e alle conquiste.
E tanto vero questo, che si ha memoria di una specie di magistratura officiale sanitaria. I membri che la componevano venivano distribuiti nei Vichi, nei Paghi, ossia nelle città minori o piccole borgate specialmente rustiche e lontane dai grandi centri, coirincarico di dar precetti, presiedere alle cose pertinenti alla pubblica salute e far prestare venerazione agli Dei salutari.
A Magonza 0) nel 1810 fu scoperta la seguente interessantissima iscrizione :
I'. O . M . ET IVNONI REGINAEi
VICANI SALVTARESQualunque larga interpretazione voglia darsi al senso racchiuso in questa lapide la più ovvia è che questi Vicani fossero i medesimi Mcigislri Vicoram o Magistri Pagi istituiti già da Ninna
(1) Mommsen — Volume i, Lap. 4977. Leiine in Rhein Ardi.; i, p. 150.
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