Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      formati degli inni popolari, ctique etiam cantillarentur. Poscia vennero commentate da Sesto Elio, Marco Porcio Catone, Servio Sulpicio e Labeone, dottiss mi Romani; e si può dire col Michelet W che nelle leggi delle XII Tavole, Roma fu una vera iniziazione.
      Le leggi sanitarie decemvirali versano specialmente sulle questioni medico-legali, e di pubblica igiene.
      In decem mensibus homines gigni. — I Decemviri seguendo forse opinioni antiche, furono di parere che non più in là di dieci mesi potesse generarsi un uomo, (non neirundecimo mese come disse G-ellio) e nessuno dei giuristi Romani successivi, compreso Ulpiano, ammise il parto undicimestre.
      Vogliono alcuni che questa legge fosse presa dalle tavole macedoniche, ma i più con maggior fondamento la ritengono desunta da antichissime leggi di Romolo. Comunque ciò sia notisi, come dovessero esistere criterii fisio-anatomici abbastanza chiari per poter decidere di questo fatto importantissimo nelle questioni legali. Esempio di detta legge troviamo in Plauto laddove dice:
      Tum illa, quam compresseli, decumo post mense Exacto, hic ponerit tìliam.......
      Ciò nonostante, Plinio cita un fatto in cui un Lucio Papirio Pretore concedè la possessione dei beni a un infante nato tredici mesi dopo la morte del supposto genitore.
      Si furiosus sit, agnatorum, gentiliumque in eo pecuniave ejus potestas esto. — Cicerone W dice che a un furioso le leggi delle Tavole vietavano di poter disporre delle proprie cose. Secondo lui il senso della parola furore si restringe alla cecità della mente, mentis ad omnia caecitatem. Egli dice che l'insania non è altro che un' incostanza priva di sanità. . Provata dai pratici l'alienazione mentale e l'inabilità conseguente, si interdicevano i diritti civili, e l'amministrazione delle
      (1) Michelet — lìevue Ilìstorique ; 1850.
      (2) Plauto — In Cisiellaria.
      (li) CiceroQuaest. Tasciti: Lib. in, 5.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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