Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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Uomini mortuo ne ossa legito, quo post funus faciat. ({) Vollero con questa legge i Decemviri, secondo che Cicerone riferisce, far seppellire le ceneri nel luogo stesso ove si bruciavano i cadaveri, onde la loro traslazione non apportasse nuovo lutto e spesa. Da questa disposizione erano eccettuati i morti in guerra e fuori della patria, e allora stimavasi cosa pietosa raccogliere e conservare le ceneri nei patrii sepolcri.
Altra legge disponeva che le legna del rogo non fossero poli-mentate o assottigliate con ascia, come comunemente suol praticarsi col legname destinato alla fabbricazione « rogum ascia ne « polito. » Ed invero adoperandosi per la formazione del rogo cataste di legno resinoso, voleano gli Edili che lo sviluppo degli aromi seguisse in tutta la pienezza, onde meglio potessero essere neutralizzati i miasmi cadaverici che erano fin d'allora riconosciuti come elementi d'infezione ed esiziali generatori di mortali epidemie.
Qui malum Carmen incantassit coerceto. Si ritiene comunemente che i Romani apprendessero l'uso della magia e delle arti magiche in Grecia ove si recavano a studiare le leggi, e che tali arti fossero introdotte nella penisola Egea all'epoca di Serse da un mago persiano nomato Ostane. Ma uno studio accurato della storia viene invece a provare che questi incantesimi formavano ab antiquo la primitiva medicina degli antichi popoli italiani. Erano forinole misteriose, tradizionali convenzioni di parole, con cui i Marsi e i Peligni per acquistar credito presso il volgo rivestivano le usanze pratiche di rimedii interni ed esterni adoprati contro le malattie mediche e chirurgiche.
Con tali forinole medicava anche il vecchio Catone. E Varrone il dottissimo dei Romani ne adoperava alcune nell'ultima θra della repubblica in cui i Greci avevauo preso in tutte le arti il sopravvento in Roma e seguivano un sistema di medicina totalmente diverso.
RSLe leggi delle XII Tavole intendevano colla succitata prescrizione di infliggere gastigo severo a coloro che in qualsivoglia modo
(1) CickpvO Da legibits; n.
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