Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      l)i quelle che furono specialmente da Catone chiamate cibarie viene:
      La legge Emilia promulgata da Marco Emilio Scauro nel G38 di Roma, secondo la testimonianza di Plinio (0. « Glires, quos « Censurine leges, princepsque M. Scaurus in consulatu non alio « modo coenis ademere, quani conchylia, aut ex alio orbe convectas aves ».
      La legge Anzia promulgata dopo l'Emilia e avanti la Giulia da un Anzio Restione. Con essa oltre la spesa del danaro nei conviti stabilivasi che niun magistrato in carica o candidato a qualsiasi magistratura andasse a desinare se non presso certi personaggi.
      Regolava le spese anche la legge Cornelia (V che non si diffondeva tanto sulla magnificenza dei conviti quanto sul prezzo da diminuirsi convenevolmente delle derrate venali.
      Diciotto anni dopo la Fannia, fu emanata la Didia nell'anno 010 di Roma sotto il consolato di Appio Claudio Fulcro e Quinto Metello Macedonico. Tale legge secondo Macrobio fu costituita in modo « ut eadem lego universa Italia teneretur » e per essa non solo quelli che spendevano nei pranzi oltre la somma ammessa dalle leggi, ina pure quelli che vi intervenivano erano severamente puniti. Allo stesso scopo mirava la famosa legge Licinia.
      La prima di tutte le leggi cibarie che regolavano in guisa speciale la temperanza dei conviti fu la Orchi a Leoc Ordita C3), emanata per sentenza del Senato da un Cajo Orchio, tribuno della plebe noi terzo anno della censura di Catone, ossia nelT anno 570 di Roma. Con essa prescrivevasi il ninnerò dei convitati; nè sovente pareva adatta allo scopo, poiché lo stesso Catone lagnavasi che anche in ristretto numero di gente ci fossero stomachi abba-stanza sicuri da digerire interi patrimoni.
      Più rigorosa era ancora la legge Fannia emanata per antico
      (1) Plinio — HisL natura Lib. vili, 57.
      (2) MàckobSaturnali; Lib. ni. (\ì) Machob — Saturni Lib n.
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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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