Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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msuole avvenire dal connubio della polvere estiva e delle prime acque autunnali « prima autumnitate cum pnlvis est, tum maxime « ab aqua periculuin est ». E non si atteneva a questo semplice insegnamento, ma comandava « aquam diducere, uti lluat », giacché diuturna esperienza aveva addimostrato come l'acqua l'ernia tosse elemento di aria corrotta; e quando si arrestasse nei l'ossati, formando piccoli stagni, voleva che ogni colono procurasse di portarla via, darle esito, e rimuoverla assolutamente « emittere, patefieri, removerique oportet ».
La causa efficiente delle malattie palustri, la spiega con molta franchezza e verità Terenzio Varrone (*>, avvertendo come in luoghi palustri inariditi crescano alcuni animali minutissimi a tale da non poter essere veduti cogli occhi, e giungendo inspirati per le narici e per la bocca nell'interno dell' organismo vi sviluppano difficili morbi « advertendum etiam si qua erunt loca « palustria, et propter easdem causas, et quod arescunt, crescunt « quaedam ammalia minala, quae non possimi oculis conscqui « et per aer intus in corpus por os ac nares perceniunt, atque «, e/Jlciunl difjiciles morbos. »
Varrone inoltre insegna quale sia la più igienica posizione di una casa rurale, che egli vorrebbe eretta piuttosto in luogo sublime, e non mai ove spiri molto vento o nella cavità d'una convalle. Parlando delle bestiolae suddette fa la seguente considerazione: « praeterea, quod ab sole toto die illustratur, salubrior est, quod et bestiolae si quae prope nascuntur et inferuntur, aut efilantur aut aritudine cito pereunt». Pongasi mente come questi animaluzzi invisibili che inspirati, secondo Varrone, producono difficile morbo, a ciò non giungano, se la casa o il podere sieno situati in alto e perciò salubri ed esposti al sole. Ammette che questi insetti o nati nelle vicinanze o trasportativi, infevuntur. sono da un'aria più elevata allontanati efìlanlur, e presto muoiono per aridezza, ossia per essere privi dei loro natio pascolo di aria corrotta. In tal guisa Varrone si incontra e si accorda interamente con quei moderni che stu-
fi) Varrone — 7)c AfjriculL: Lib. i, cap. 12.
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