Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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l'individuo che ne è affetto, se l'occhio sperimentato del medico saggiamente non prevede e provvede.
E nel libro delle naturali questioni egli dà a questa infezione un nome che si avvicina al moderno di malaria ossia pestilens vapor, effluvio pestilente, che egli dice erompere in più punti dell'Italia. Invero la malaria non è esclusiva dell'Agro Romano, ma è endemica nelle paludi Pontine, nell'alta e bassa valle del Po, specialmente nel Mantovano, ed anche in altre località. Tale vapore esala per alcuni forami per quaeclam for amina, e questi spiragli sono tenui, tenui foramine forens. Trovato che abbia esito l'aria infetta delle nostre regioni, corrompe anche i luoghi migliori.
Né si obbietti da altri che Seneca parlando di questo pestilente vapore alluda ad altro miasma che non sia il palustre, poiché, sebbene con enfasi, comune del resto a tutti i suoi scritti, Seneca dica che i volatili imbattendosi in detto vapore muoiono ed i loro corpi si avvizziscono, tuttavia è da notare come il detto filosofo apertamente dichiari che bastano a disperdere il pestilente vapore larghezza di cielo e agitazione di venti dimostrando con ciò di parlare del miasma palustre e di attenersi precisamente alla opinione dei classici scrittori che lo precedettero (l\Altrove ammette anche chiaramente un'erba palustre ed una terra palustre, osservando come la prima abbia origine dalle spesse rugiade, cielo triste, nebuloso, umidità frequente e caliginosa, senza concorso di venti asciutti: donde la corruzione dell'aria, il marcire delle messi nascenti senza produrre frutto, e Yherba palustris che in tali condizioni cosmo-telluriche omnibus campis subcrescit. La seconda humus, terra palustris addiviene tale per il fradiciume delle sostanze corrotte vegeto-animali per le quali però riesce ottima e ferace nella successiva stagione* giacche in quei luoghi ottime, rigogliose e in condizioni favorevoli sogliono prosperare le messi.
In pari tempo Seneca non differisce da Lucrezio (2) quando
(1) Seneca — Nat. Quaest.; Lib. iii, Epist. lxxiii.
(2) Lucrezio — De rerum nat.\ Lib. vi.
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