Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
questi ammettendo i seminìi morbosi, cause efficienti di svariate malattie, rosi cantava:
.....Primum multarum semina rerumEsse supra docili, rpiac sint vitalia nobis: Et eontra quac sint morbo, mortiquc necesse est fluita volare; ea quom casu sunt forte coorta Et perturbarunt crclum, lit morbidns aér. Atquc vis omnis morborum, pestilitasqne Aut intrinsecus aut nubes, nebulaeque, superne Per coelum veniunt; aut ipsa sa?pc coorta De terra snrgunt, ubi putorem liumida nacta est.
Intcmpestivis pluviisque, et solibus icta.....
Aut ctiam suspensa manet vis aere in ipso: Et, quom spirantes mixtos bine ducimus auras, Illa quoque in corpus pariter sorbere necessc est.
Dal che vedesi come Seneca abbia copiato da Lucrezio la mistione dell'aria coi corpuscoli miasmatici, ritenendo peraltro che i medesimi trovinsi come dispersi nel corpo umano, mentre il sommo poeta gli ammette importati dall'esterno, inalati ed assorbiti. Taleera la teoria accettata dai ciotti di quell'epoca, non priva al certo di buoni risultati pratici quanto allo studio dell'endemia di cui
ho fin qui trattato.
E i pareri emessi dai suaccennati autori, sembra fossero seguiti anche in epoche molto posteriori, non ostante le riforme della medicina greca che si era introdotta in Roma, poiché lo scettro delle scienze fisiche era ancora tenuto dal ^enno e dalla tradizione antica romana da cui Catone, Varrone, Vitruvio, Lucrezio, Columella, Seneca, ricchi di tante e sì gravi cognizioni non si discostarono mai. In prova di ciò Palladio CO Rutilio Emiliano che lasciò un trattato di agricoltura, compilato sui primordii del (plinto secolo, diceva che luoghi salubri eran quelli liberi da valli basse e privi di nebbie, e ove gli abitanti avevano colore sano, libero il capo di ogni malore, buona vista, ottimo udito e robusta e limpida voce. In tal guisa provasi, egli diceva, la benignità dell'aria, e quando esistano contrarii segni, vi ha testimonianza
(1) Pallad. Rut. — De re rustica; Lib. xiv.
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