Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      dalle leggi e dalla religione. Le selve hanno ceduto il luogo alia malaria; e le crittogame gavazzano nelle paludi, laddove la querce,
      il pioppo, l'abete, il frassino, il cipresso, l'orno, il pino, sorgeano
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      giganti e frondosi purificando l'aere e spandendo nelle varie direzioni un tesoro di salubrità.
      Giusta l'autorità di Macrobio (l\ una curiosa distinzione degli .alberi, desunta probabilmente dalle cognizioni degli Etruschi, fu, secondo i precetti degli aruspici, adottata da Tarquinio Prisco. Egli infatti ritiene quel Re autore di un libro o di una collezione di precetti chiamata « Ostentarlo arborario » e ne riporta le seguenti parole: « arbores quae inferum, deorum avertentiumque in tutela sunt, eas infelices nominant. Alternimi sanguinem, f́licem, f́cum atram, quaeque baccani nigram, nigrosquo fructus ferunt, itemque acrifolium, pinum silvaticum, ruscum, « rubimi, sentesque, quibns portenta, prodigiaque mala comburi « iubere oportet ».
      In ((iiesto, forse unico monumento, a noi trasmesso da Macrobio, delle leggi boschive dell'epoca dei Re, appare già chiara la cura che aveva il capo dello Stato nello stabilire norme sulle varie specie degli alberi, indicando quali fossero da ritenersi utili e quali doversi bruciare come spanditori di cattivi miasmi. E per seguire lo stile di quel tempo, e meglio influire sulle masse rozze ed ignoranti, parlando dei cattivi effetti di talune piante, le chiamava mostruose e autrici di insoliti nocivi, e prodigiosi fenomeni.
      Anche Lucrezio W canṭ di alcuni alberi la cui ombra insalubre causava malattie e diffondeva letali esalazioni.
      Arboribus primum ccrtis gravis umbra tributa; Usquc adeo capitis faciant ut sacpe dolorcs Siquis cas snbter jacuit prostratus in lierbis'. Est ctiam in magnis Heliconis montibus arbos Floris odore liomines taetro consueta necare.
      (1) Macrobio — De Satura.: Lib. ĺ, IS78.
      (2) Lucrezio — De rerum nat.; Lib, vi. Firenze, Molini, 1829.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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