Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
Di essi tutti, sebbene ne resti dubbia r ubicazione, pure è incontestabile resistenza. È anzi noto come fossero mantenuti a pubbliche spese, e severamente protetti, e come, secondo il parere di moltissimi, il Re Tulio Ostilio e più specialmente Servio Tullio assai si adoperassero per aggiungere ai già esistenti altri boschi. Sul monte Aventino oltre i laureti maggiore e minore di sopra accennati, servivano a migliorare l'aria col loro aroma, alcuni vasti mirteti nemus murtelum, nel cui seno ora fabbricato il tempio di Venere Vorticordia; onde l'altro nome di Murcio dato al medesimo colle.
Ora di tutte queste selve interne e di quelle esterne che formavano ottimo il clima di Roma non liavvi quasi più traccia.
Possedevano i Vejenti una foresta estesissima che guardava Roma
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al Sud Ovest chiamata Mesia, di una estensione di G320 rabbia eguali a circa ettari 11030, e loro tolta dal Re Anco Marcio nel secondo secolo di Roma. Quantunque non se ne possa precisare esattamente la località, il Nicolai (J) è d'avviso che abbia occupato i luoghi delle seguenti tenute: Santa Rufina, Paola, Porcareccio, Porcareccia, Porcareccino, Mimoli, Torrevecchia, Primavalle, Pigneto, Peclica, Valle canuta, Acqua fredda, Maglianella, Sulce, Boccea, Tragliata, Tragliatella.
Quelle città o grosse borgate vicine a Roma che con tanta fatica e valore furono conquistate dai Re, Collazia, Gabi, Cenina, Crustumerio, Fienile, Cameria, Fidene e le più notevoli Ardea o Vejo erano tutte piene di selve nei loro rispettivi territori^ incontrandosi mentovate ad ogni passo dagli autori che parlano di quelle parziali conquiste. Immense foreste esistevano nella Campania, perpetuo covo di banditi. Le montagne del Viterbese, dette Ciminie erano paragonate da Livio alle inesplorate della Germania. Trovasi da Virgilio nomata la selva Sila che si estendeva negli Abruzzi per settecento stadii. Plinio, Strabene, Vitruvio, riferiscono che ricercatissimo era il legname da costruzione dei boschi che sorgevano nei paesi bagnati dal Tevere. Dionigi
(1) Nicolai — Luoghi anticamente popolati dell'Agro Romano; pag. 137. Atti della PontiAccademia Romana d'Archeologia; Tomo iv. Roma, 1831.
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