Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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di essa si attribuiscono alla sterilità dei campi e alla malattia del bestiame.
La seconda, di cui parlano Dionisio 0) e Livio (2), scoppiò sotto Tulio Ostilio restandone vittima il Re medesimo, come taluni scrittori affermano.
Queste due prime, sia per l'oscurità dei tempi, sia per la mancanza dei particolari non sono molto degne di nota. Nè merita maggior considerazione un' altra pestilenza, appena accennata da Dionisio (3), che, apparsa sotto Tarquinio il Superbo, fece strage specialmente delle donne pregnanti, fenomeno osservato anche in altre occasioni.
Sembra però essere stata abbastanza grave se il Re si indusse a spedire una legazione speciale coll'incarico di consultare l'Oracolo di Delfo e ad essa presero parte i figli di Tarquinio e Bruto, il futuro sovvertitore della monarchia e primo console della repubblica.
Seguendo sempre Dionisio 0), occorse, dopo V esilio di Marcio Coriolano o precisamente nell'anno di Roma 200, altra malattia pestilenziale, caratterizzata dall'aver oppresso le moltitudini e fatto grande strage di armenti.
Nell'anno 284 infierì nuova pestilenza (5) e da essa, come da quella sotto l'ultimo Re, vennero colpite specialmente le donne pregnanti. Fu di pochissima durata, ma nel suo colmo non perdonò nè a età nè a sesso.
Quella dell' anno 201 è egualmente narrata da Dionisio (6) e Livio (7). Apparve sotto il consolato di Lucio Ebuzio e Publio Ser-vilio Prisco; e tale fu la violenza di questo morbo terribile «ut « numquam ante vexati » che colpì prima le mandrie di cavalli, di buoi, capre, pecore ed ogni specie di quadrupedi; poscia i pa-
(1) Dionisio — iii, 35.
(2) Livio — i, 31.
(3) Dionisio — ìv, f>9.
(4) Dionisio — vii, 68.
(5) Dionisio — ix, 42. (0) Dionisio — ix, G2. (7) Livio — iii, 0,
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