Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Publicola, o come feria stativa, la celebrazione di essi aveva luogo ordinariamente in ogni designata epoca dell'anno e straordinariamente quando veniva comandata dai reggitori impera-tores, in occasione di grandi epidemie. Festo (*), interpretando la significazione della parola, dice che era officio dei Pontefici di stabilire il lettisternio in taluni templi e luoghi, e che sotto la frase fana sistere intendeasi decretare quali dovessero essere i luoghi opportuni al pubblico banchetto. Il Chimentelli (2) avanza la grossolana opinione che la gente romana coltivando Numi ubbriachi, iracondi e corrotti soggetti per queste loro vergognose prerogative a qualunque malattia e patemi d'animo « morbis et pathematibus obnoxios » era in obbligo anche nei giorni di lutto di gavazzare innanzi ai loro simulacri.
      Però si celebravano anche lettisterni privati (3), forse per ordine supremo del Senato e dei Duumviri preposti alle cose sacre. Dopo la solita mostra religiosa di aver consultato i libri sibillini, si aprivano, secondo Livio, tutte le porte del tempio e si poneano nell'ingresso, a disposizione di chi passasse, le migliori vivande. Avveniva una riconciliazione coi nemici, sospendendosi qualunque piato e litigio; invitavasi ogni forestiero o persona ignota a godere dell' ospitalità intrattenendosi insieme a desco in ameni favellali; e giungevasi in quei giorni fino a sciogliere dai vincoli i prigionieri « privatim quoque id sacrimi celebratimi est: tota « urbe patentibus januis, promiscnoque usu rerum omnium in « propatulo posito, notos ignotosque passim advenas in hospitium « duetos feriint, et cum inimicis quoque benigne ac comiter sermones habitos ; jurgis et litibus temperatum : vinctis quoque « derupta in eos dies vincula, religioni deindo fuisso quibusjam « eam opem Dii tulissent, vinciri. »
      Dionisio (4) ci fa conoscere quali vivande venissero usate nei lettisterni, per essere state da lui medesimo veduto nei templi
      (1) Festus — De signif. verborimi.
      (2) Giumentelli — Marmor Disanimi; Cap. xxxi.
      (3) Taffinius Petrus — De anno saecnlari; Cap. xi.
      (4) DionisioLib. il


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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