Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

Pagina (159/442)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      — 157 —
      leggi che cosi bene avevano per lo innanzi protetto la pubblica salute. Le confische e le proscrizioni dei feroci competitori tolsero di mezzo quanto fino a quel tempo fu sacro ed inviolabile; e il legionario sbrigliato e depredatore combattendo per desio di rapina e saccheggio fece man bassa su quanto potea meglio giovare a sè e alle ire di parte dei condottieri (U. Infatti Siila nella sua spedizione d'Asia infranse le leggi della tradizionale disciplina romana, creò ai soldati bisogni che non aveano mai avuti, donò loro le terre dei cittadini rendendoli avidi dell'altrui, e sottopose a confisca non solo i beni dei proprietari, ma di intere Provincie. Le guerre civili successive furono egualmente accompagnate da proscrizioni, discordie intestine, rapine e saccheggi.
      Se febbri palustri così gravi per loro natura fossero esistite antecedentemente agli ultimi secoli della repubblica, è impossibile che non ne avessero tenuto parola gli autori romani. Il più diffuso scrittore di tali malattie ò Cicerone, che parla di febbri terzane e quartane. Orazio fa cenno delle quartane. Cajo Lucilio nei suoi versi lasciò adombrata qualche idea di sintomo molto consimile alle febbri di periodo. Varrone e Vitruvio, che più specialmente trattarono della natura miasmatica del suolo romano, sono tutti posteriori a Siila, contemporanei di Cesare. Gli altri scrittori che parlarono dell'istesso tema, toccarono i primordii dell'Impero. E se Livio riferendo di una epidemia, dice che all'infezione pestilenziale succedeva la quartana, molto probabilmente avrà scambiato la vera malattia per quella miasmatica di cui si cominciava a discorrere a' suoi tempi.
      Questo vocabolo di pestilenza non fu invero dagli antichi mai esattamente definito, nò dai moderni altresì, esistendo ardue ed interminabili questioni fra i medici.
      Cristoforo Heyne pubblicò nel principio di questo secolo alcune memorie molto interessanti, una delle quali trattava per l'appunto delle pestilenze romane, e cercò provare non senza ingegnosissimi argomenti che esse originassero da febbri maligne
      (1) Montesquieu — Grandeur et dècadence des llamains; Cap. xr.
      (2) IIeyne Cristoforo — Opuscula oca demica; C. i, 307. Gottinga, J8U2.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

Pagina (159/442)






Siila Asia Provincie Cicerone Lucilio Vitruvio Siila Cesare Impero Livio Heyne Montesquieu IIeyne Cristoforo Orazio Cajo Varrone