Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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lenze, trovo che la più parte di esse ebbero origine da intemperie, oscillazioni termometriche, irregolarità di stagione, siccità, carestia, procelle ventose, terremoti e frequentemente da epizoozie del bestiame. Sii ciò trovansi pienamente d'accordo Livio, Dionisio 0), Plutarco W ed altri. E perchè a tale argomento non manchino prove, a me piace rammentare come trale cause cui venne attribuita la pestilenza sotto Romolo, gli
iscrittori annoverino « agrorum pecorumque sterilitas » (3). Quella %
sotto Tulio Ostilio è segnalata « pecudum stragem fecisset ».
L'altra dell'anno 292 citata da Dionisio W e da Livio & ebbeegualmente principio da un anno pestilenziale infesto alla città, ai campi, agli nomini e agli armenti. Livio opportunamente fa
rilevare che la forza del morbo aumentò dopo essere stati introdotti in Roma gran capi di bestiame « pecoribus agresti-busque in urbem acceptis ». Così nell'anno 301 la epidemia riuscì egualmente foeda pecori (6). Lo stesso dicasi di quelle negli anni 318, 321, 324, 342, 355, in cui « gravis pestilensqne omnibus animantibus aestas excepit » (7). Durante gli anni 470 e 477 ricomparve la malattia e fece egualmente strage di uomini e di animali « pecudes hominesque communi strage corripuit pestis ». L'istessa origine è attribuita da Livio (8), ed Orosio (9) alle epidemie da essi descritte. Nell'anno 579, la peste attaccò il bestiame bovino <10) in booes ingruerat, e nel successivo anno gli uomini.
Altro fenomeno verificato più volte in questi casi e notato dagli scrittori, si riferisce alla immensa facilità con cui le donne gravide
(1) Dionisio — n.
(2) Plutarco — Vita di Romolo.
(3) Dionisio — vii, 08.
(4) Dionisio — ix, 07.
(5) Livio — iii, G.
(6) Livio — ni, 18.
(7) Livio — v, 13.
(8) Livio — xxxv, 20.
(9) Orosio — iv, 2.
(10) Livio — xli, 21.
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