Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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europea, quale sempre ha avuto origine da miasmi animali. La importante coincidenza con. F epizoozia ne è prova sufficiente, attesoché doveva spesso il bestiame essere agglomerato in luoghi ristretti, essendo costituito il bottino di guerra, ai tempi dei Re e primi secoli della repubblica, in gran parte di armenti. Questi dovevano per qualunque necessità essere raccolti in determinati luoghi, e il tempo impiegato a farne la divisione fra i cittadini e i popoli alleati non dovea al certo essere breve. Di più, per legge antica, quando avvenivano invasioni di nemici, che come è noto erano frequenti ed improvvise, gli agricoltori erano obbligati di ritirarsi nei paghi fabbricati in siti scoscesi e forti per natura, trasportandovi il bestiame. E se neppur sicuri stimavansi in quei luoghi rifugiavansi allora in siti più forti e difendibili, e talvolta nella medesima città di Roma (*'. Ora la frequenza e la lunghezza delle guerre togliendo sì gran braccia air agricoltura procluceano carestia; e la ristrettezza e sterilità dei campi ove veniva agglomerato il bestiame, la siccità che talune volte sopravveniva, togliendo il sufficiente nutrimento agli animali, di-sponevali a quelle malattie che poi nel tragitto dei campi e nel precipizio delle ritirate, sviluppavansi di repente, uccidendo gran parte di essi. Onde l'aria ne era con molta facilità ammorbata; ed i focolari d'infezione morbifìca improvvisati così in vari punti rapidamente comunicavano all'uomo e all'intera popolazione di Roma il germe della malattia.
Ecco dunque sviluppato in tal guisa un veleno animale che naturalmente produce sempre infezioni tifose. Nei tempi più antichi non può ammettersi vigessero quelle precauzioni igieniche atte ad allontanare tali calamità, in mezzo a moltitudini plebee che non doveano trovarsi a grande agio in dimore anguste, in specie quando sopravvenivano dalla campagna gli agricoltori traenti seco il loro bestiame, spinti a rifugiarsi nei centri, per la pestilenza e per l'incalzar del nemico. Così restando zeppe gremite di uomini e di animali le case, le vie e le convalli; se sopraggiungeva d'improvviso un caldo o freddo eccessivo, o qualunque
(1) Dionisio — Lib. ìv.
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