Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

Pagina (166/442)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      — KM —
      rosse, lenticolari accompagnate o no da petecchie; quali macchie
      «
      soglionsi verificare per consueto dal terzo al quarto giorno.
      Le perforazioni intestinali, e forse anche l'escare erano se non specificate dagli antichi almeno adombrate abbastanza.
      Fermandoci alcun poco sull'indicazione data da Lucrezio, della forma dermatica dello zona, è noto come tale eruzione origini . da prominenze piccole superficiali della pelle che passano in seguito a costituire vescicole trasparenti, rosse ; a gruppi quando discreti, quando confluenti. Poi le vescichette divengono piane, opaline e violacee, risiedenti sopra un punto infiammato, e separate da un notevole spazio di pelle sana. Finalmente si lacerano escoriando lo strato mucoso; e talora, secondo Andrai, Griselle, Trousseau, esulcerandolo. Nei vecchi indeboliti si e veduta colpita da cangrena la pelle dove avea sede l'eruzione.
      Tali esulcerazioni, ammesse dagli antichi negli affetti da morbo pestilenziale erano essenzialmente di forma tifica, imperocché le forme vescicolari acquee e vere flittene sono comuni anche oggidì nelle varie eruzioni inclinanti a discrasie, e nelle varie specie migliaroidi che sotto tanti aspetti si presentano, e che sono considerate oggimai nella scienza dall'Hebra, dal Williams come vere infezioni tifose di maggiore o minor grado ed entità. La comunanza delle cause, dell'origine, sviluppo, durata, complicazione ed esito, ci autorizzano a paragonare le pestilenze di Roma al tifo contagioso europeo dei nostri giorni, il quale assume tutta la fenomenologia propria degli esantemi, quando superato il periodo acuto, si volge a quelle forme lente croniche e del tutto esiziali. Epperò non tutte si risolvevano in breve lasso di tempo, ma alcune duravano anche due anni di seguito, come quella riferita da Dionisio e Livio, che infierì dal 476 a tutto il 477.
      YI. La storia non ha a noi tramandato quali rimedi adoperasse l'arte medica in siffatte tremende invasioni. Molti ed incerti do-veano essere allora, come molti ed incerti sono per lo più in siffatti casi anche ai nostri giorni. Sembra però che un sistema tradizionale curativo e preservativo ad un tempo non facesse difetto, se i Romani una volta soltanto si decisero, con ambasceria


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

Pagina (166/442)






Lucrezio Andrai Griselle Trousseau Hebra Williams Roma Dionisio Livio Romani