Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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della vita, alle cadenze musicali. Quindi anche questa sètta scomparve perchè non fondava le sue teorie sui tesori delle belle lettere. La stessa sorte ebbe la medicina inventata da Asclepiade. Fu suo seguace Temisone, che cambiò ad libitum in su gli ultimi della vita quello che aveva scritto nei primordi. Ma anche quella coll'autorità sovrana cangiò Antonio Musa sostituendo altra che valse a salvare da gran pericolo il Divo Augusto. Tralascio molti medici fra quali celeberrimi furono i Cassi, gli Arunzi, gli Albuzi, i Rubri che ebbero 250,000 sesterzi di salario all'anno dai principi. L. Stertinio pretese dai principi non meno di 500,000\sesterzi all'anno dichiarando che le clientele in città gli fruttavano oltre 000,000 sesterzi. Eguale mercede fu concessa al di lui fratello da Claudio Cesare. Ambedue, benché molto spendessero per arricchire Napoli di ornamenti, tuttavia lasciarono agli eredi 300,000 sesterzi, cosa che a quei tempi potè fare il solo Arunzio.
« Sorse di poi Vezio Valente celebre per l'adulterio con Messalina di Claudio Cesare, e per l'amore che portava all'arte oratoria. Egli elevato a grandezza istituì una nuova sètta medica. Sotto il principato di Nerone divenne innovatore Tessalo, che cancellò le cose ordinate dai maggiori scagliandosi rabbiosamente contro i medici di ogni tempo; e quale fama scroccasse di prudente e d'ingegnoso vale a dimostrarlo il di lui monumento sulla via Appia sul (piale egli stesso scrisse: Iatronice. L'ammirazióne destata da taluno istrione e guidatore di carri a tre cavalli seguito da gran folla quando si mostrava in pubblico, non raggiunse quella del medico Grillate da Marsiglia, che fu talmente cauto" e scrupoloso da prescrivere con esattezza matematica l'osservanza delle ore nel prender cibo. E non ha molto che morendo lasciò 100,000 sesterzi per fare le muraglia della patria, sebbene avesse speso già non minor somma per analoghi lavori.
« Costoro erano oltre potenti in Roma, quando Carmide, pure Marsigliese, condannando i metodi seguiti dai medici anteriori persuase di adottare i lavacri di acqua fredda anche nel colmo dell'inverno, e la immersione degli infermi nei laghi. E tanta era la passione dei bagni che vecchi personaggi consolari, come narra Anneo Seneca, rimanevano nell'acqua fredda fino ad intirizzirsi.
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