Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

Pagina (177/442)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      — 175 —
      criterio i pubblici e privati affari. Condanno egli forse un' utilissima cosa? No perdio! È provato con quale medicina giungesse egli e la moglie a età vecchissima, usando quelle stesse cose che noi ora usiamo. Confessa egli stesso di aver fatto un commentario onde consigliare rimedi al figlio, ai famigliari e servi; commentario che noi apprezziamo per l'uso che può farsene.
      « Gli antichi non condannavano la cosa ma l'arte. Eglino si lamentavano che si esercitasse a prezzo dell'altrui vita. Perciò il tempio di Esculapio benché ospitasse una Divinità fu fabbricato fuori della città e poscia nell'isola. Eppure quando i Greci molto tempo dopo Catone vennero espulsi d'Italia, vi rimasero i medici. La gravità romana abborrì l'esercizio di quest'arte greca quantunque lucrosa, e i pochissimi Quiriti che la esercitarono dovettero attingere in Grecia le loro cognizioni. Ed invero per avere alcuna autorità anche presso gl'ignoranti che non hanno cognizione dellalingua greca.............Io crederò certo che a nostri
      maggiori dispiacesse grandemente l'introduzione di merci straniere e dei prezzi elevati, ma a questo non mirò Catone biasimando l'arte.
      « Le cose che Catone indicò e ritenne dannose si stimano ora meno nocue di quello che i maggiorenti dell' arte confessino. Ma sono esse che guastarono i costumi dell' impero, esse di cui facciamo uso mentre stiamo bene, ossia gli esercizi forzati, gli aromi affine di accrescere la sanità, i bagni ardenti stimati atti ad agevolare la digestione e aumentare la gagliardia, cornine asseriscono i fanatici. Alle quali si aggiungono le bevande presea digiuno, le vomizioni procurate...................
      . . . ...........Cosicché se la corruttela dei costumi si è
      sempre avanzata devesi attribuire alla medicina, confermandosi quanto disse Catone: che bastava cioè di sindacare, ma non imparare quanto l'ingegno dei Greci ha saputo rinvenire. Volli ciò esporre per dimostrare in forza di quale arte insidiosissima i buoni abbiano dato autorità ai cattivi, e perchè il Senato per GOO anni dalla fondazione di Roma si pronunciò contro l'arte; ed insieme per ribattere il dannoso pregiudizio di ritenere preziose, cose nocive o di nessun calore. »


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

Pagina (177/442)






Esculapio Divinità Greci Catone Italia Quiriti Grecia Catone Catone Catone Greci Senato Roma