Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      ad enumerare i danni che recarono in Roma le varie sètte greche mediche, propagando gli esercizi forzati, le unzioni speciali, i bagni ardenti, gli eccessi nelle bevande, le procurate vomizioni ed altre pessime usanze vergognose e perniciosissime, che sparsero la corruzione in tutto l'impero « Ines morum ». E giunto a questo punto, ripete di nuovo esser verissimo l'oracolo di Catone che insegna « ingenia Graecorum inspicere non perdiscere », e anche una volta riconosce ragionevole l'avversione del popolo romano per 600 anni consecutivi mostrata verso quell'arte che minò la salute e i pubblici costumi « liaec fuerint dicenda prò Senatu ilio, « sexeentisque populi Romani annis adversus artem (graecam?) ».
      La chiusura di questo capitolo è poi molto interessante sotto il rapporto storico, giacché dopo avere così vigorosamente disap-provato tutto quello che ha portato di nuovo in Roma la medicina greca, dice come per inganno di essi medici i buoni diano riputazione ai tristi, ed inveisce ancora contro le sciocche persuasioni di alcuni « attonitas persuasiones » i quali non credono che le medicine possano giovare se non costino assaissimo. E promette tornando agli antichi usi romani di parlare subito dei rimedi tratti dalle lane. •
      Infatti nel capitolo seguente comincia a parlare di questo argomento, e le prime parole sono le seguenti: « lanis autoritatem « veteres Romani etiam religiosam habuere ». E i prischi Romani, gente essenzialmente agricola, aveano considerate le lane sotto il rapporto igienico e anche pratico, magnificandone alcune specie, come giovevoli, sotto il riguardo chirurgico contentivo e astringente, nelle lussazioni e nelle nevralgie. Inoltre, per la cura delle ferite, i Romani preparavano le lane con olio speciale, vino, aceto, acqua fredda. Questo metodo che era stato anche raccomandato da Catone, veniva messo in pratica prima dall'operatore Arcagato. Indica poscia un immenso numero di malattie cui era valevole rimedio la lana del vario bestiame. Tale rimedio ha ora perduto d'importanza, ma è notevole come da esso molte cose giovevoli ad alcune infermità che Plinio specifica, siensi allora potute trarre. Così dicasi'dei rimedii tratti del regno animale dei quali diffusamente parla nei seguenti capitoli.
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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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