Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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« venere istas, in qnibus sua cinque Uomini vaenalis promittitur « vita. Statini compositiones et mixturae inexplicabiles decantantur. Arabia atque India in medio aestimantur, hulcerique « parvo medicina a Rubro mari imputatur, cum remedia vera « quotidie pauperrimus quisque coenet. Nam si ex horto petantur, « aut lierba vel frutex quaeratur, nulla artium vilior fiat. Ita « est profecto, magnitudo populi Romani perdidit ritus, vincendo « vieti sumus. Paremus externis, et una artium Imperatoribus « quoque imperat. »
IV. E che le greche lettere ed arti fossero veramente riprovate da quegli uomini di Stato apparisce da molti documenti storici. Infatti oltre Catone, anche altri Censori le giudicarono pericolose air integrità della Repubblica, in guisa da provocarne decreti di espulsione severissimi.
Nell'anno 587, dalla fondazione di Roma, allorquando la Macedonia e l'Epiro furono da Paolo Emilio soggiogate e ridotte a provincia, circa settanta città di quei paesi ricchi, civili e fortissimi vennero adequate al suolo; e perciò grande numero di Greci si rifugiò in Roma. E come già Arcagato molti anni prima vi aveva felicemente esercitato chirurgia; così molti Retori e Filosofi vi tentarono la fortuna; e questa arrise loro favorevole, giacché furono non solo ospitati, ma anche tenuti in istima ed onore dalle più nobili e ricche famiglie patrizie, e in primo luogo dalla illustre tamiglia degli Scipioni. Ciò è testimoniato dal grave Polibio f11, quando conversando con l'Africano, suo protettore ed amico, dice: « sua operarum non indigere: non enim ei deesse magistrorum « copiami video enim adesse magnani hominum copiam e Graecia « hoc tempore Romam confiuentium: HoXu yap Svj t: cpuXov àTcò ttjs « EXXaoo; iirtp^ìov op~> xy.xy. to Ttocpòv xoiv tgioutov av^poTOv. » E tanto crebbe l'amore per le greche cose che i Romani cominciarono non solo ad apprendere e scrivere il greco, ma a tradurre in latino le opere greche. Allora il Senato atterrito per siffatte novità, temendo che per il rapido invadere di nuove dottrine peri-
(1) Polibio — Fracjm.; Lib. xxxn, 12, ap. Graev.
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