Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      re dei Sabini. L'oscurità dei tempi non permette fermarsi molto sulla medesima, quantunque sia stata diffusamente riferita da Dionisio t1), e con maggior ampiezza da Plutarco W nella vita di Romolo. Oltre i provvedimenti riguardo alla salute pubblica stabiliti dal fondatore, Ninna Pompilio pensò alla elivisione delle arti in Collegi, corporazioni o caste speciali, presso a poco come nel medio evo, in cui tante ne sorsero potenti ed influentissime. I detti Collegi, fra' quali non è improbabile si comprendesse quello dei medici, si mantennero anche durante la repubblica, se al dire di Cicerone, subirono alcune riforme per parte del facinoroso Publio Clodio. Certo è poi che fra le arti oneste Cicerone annovera la medicina, parlando precisamente di un « ordo medicorum ».
      II. QuesMordine dei medici di Cicerone fu istituzione nobilissima, e probabilmente creata da Ninna unitamente agli altri Collegi delle arti. L'illustre Mommsen riferisce una lapide descritta e ritrovata nella Lusitania, in cui leggesi come una certa Celia Romula erigesse sepolcrale monumento al figlio Marco Giulio Serano, morto in viaggio. E poiché nella pia opera sembra concorresse anche il Collegio Salutare, segno è che l'estinto doveva come medico avervi appartenuto.
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      ROMVLA MATER FILiO PIISSIMO ET COLLeGIVM SALVTARE F.C.
      (1) DionisioLib. n.
      (2) Plutarco in Romulo.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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