Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      essere il risultato degli studii, e delle indagini di uomini attivi, assennati e pratici dell'arte. Fu giocoforza velare con la mitica favola quei mezzi di salute che sarebbero stati non riconosciuti utili o anche derisi dalla ignorante ed esterrefatta plebaglia. Sul carattere di Ogulnio e suoi compagni fu trattato altrove.
      Nel famoso tempio di Epidauro si conservava quanto di importante era conosciuto nella medicina greca di teorico precettivo e scientifico, colla lunga genealogia degli Asclepiadi. Prima però che fosse celebre Talete Milesio e avessero fama le leggi di Solone sulla igiene dettate agli Ateniesi ; innanzi anche agli Asclepiadi, ai Nebridi di Coo donde discese Ippocrate: Roma era già fondata (754 a. C.) ed ebbe istituzioni civili che conservate dai fratelli Arvali istituiti da Romolo, vennero meglio modificate ed ampliate da Numa. Sotto Tulio Ostilio comparvero i famosi libri Sibillini. Il grande Ippocrate morì, secondo i più nel 377, mentre nel 354 aveva già avuto luogo il primo lettisternio per la pestilenza di Roma,
      Ma se noi prendiamo a leggere anche superficialmente gli autori latini noi vediamo che da tutti parlasi di medici, in quell'epoca appunto che vuoisi non esistessero affatto.
      Marco Accio Plauto nelle sue commedie parla più volte dei medici. Così nei Menemmi consacra alla sublimità di un medico i seguenti versi:
      Per ergo vobis deos atque homines dico, ut imperium nicum Sapiente? liabeatis cuvae, quaeque imperavi atque impero Facite illic homo in meclicinam ablatus sublimis fiet Nisi quidem vos vestra crura aut latera nihil penditis.
      E nella Cistettaria:
      ........Confldam foreSi medicus veniat, qui huic morbo medicinam lacere potest.
      E nel Pudens:
      ......Ut vales? quid tu? num medicus quaeso esIramo aedepol una littera plus sum quam medicus.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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