Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      Vecchio.
      Che: queste sono gentilezze appetto a quelle che eliceva poc'anzi: di ceva infatti che la sua moglie era una cagna arrabbiata.
      Che cosa ho detto?
      Dico che eri pazzoPazzo io?
      \Menemmo.
      Vecchio.
      Menemmo.
      Vecchio.
      Sì, tu che mi minacciasti ancora di passai mi addosso con una quadriga.
      Menemmo.
      Vecchio.
      Te le ho vedute fare con questi occhi: io stesso ti accuso.
      Menemmo.
      Ma io so che tu rubasti la corona sacra di Giove, e che fosti subito messo dentro, e dopoché uscisti, fosti frustato sotto la forca. So che tu hai ucciso kil padre e venduta la madre. Ti pare che io sia pazzo ? T'ho restituito pan per focaccia.
      Vecchio.
      Di grazia, dottore, fa subito quello che tu vuoi fare. Non vedi come costui è fuori di sè?
      Medico.
      Sai che cosa sarebbe la meglio? Che mi fosse condotto a casa.
      Vecchio.
      Lo credi ?
      Medico.
      Sicuramente; così potrò curarlo a tutto mio agio.
      Vecchio.
      Come ti pare.


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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Giove