Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      « dicum ». Anche Terenzio nell'idra dice « nemo ne medicum « adduxit ».
      Da queste differenti situazioni, coś distintamente indicate da Plauto e Terenzio, si rileva un triplice fatto.
      Il primo accenna all'uso di chiamare presso l'infermo il medico per curarne la malattia.
      Il secondo a quello di portarsi nel luogo di dimora del medico
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      per avere anche disperato consiglio di togliersi la vita col veleno « ibi me toxico morti dabo ».
      Il terzo pi riferisce all'uso di portare addirittura l'infermo per la cura nella taberna medica o casa di salute (chiamiamola coś) dell'esercente Parte salutare. Queste taberne erano, come abbiamo veduto nelX Amf́trione e ne\X Epidico, frequentate da ogni classe di persone.
      Nelle interessantissime scene dei Menemmi già distesamente riferite, fatta astrazione dalla lepidezza, dalla satira e dall'arte comica dell'autore, noi osserviamo come si comporta un medico al letto dell'infermo. Il medico chiamato domanda di che cosa si tratta, e qual genere di male affligge il paziente. Promette di curarlo e di sanarlo, con una certa iattanza, se vuoisi, ma meno orgoglioso di quello che sembra a prima vista, non decide nulla senza prima avere osservato « observemus quam rem agat ».
      Entra in iscena il Menemmo ammalato; il medico fa alcune interrogazioni sul modo di nutrirsi dell'infermo ; questi risponde a casaccio, inurbanamente o dimostra di cadere in delirio; ed accortosi il medico della pazzia che travaglia l'individuo consiglia di portarlo a lui, « ad me face uti deferatur» e per tal fine ordina che sieno chiamati alcuni uomini « arcesse liominesqui illune ad me deferant». E alla domanda del numero di questi, risponde esserne necessari quattro. Peṛ a non perdere un tempo prezioso, si licenzia dicendo di andare ci C ćStl ci far preparare tutto l'occorrente per ricevere il mentecatto « ibo domum ut paventar, quibus paraiis opus est ». Cị prova che la casa del medico era se non un pubblico ospedale, almeno una casa di salute dove si ricevevano e si curavano gli infermi sotto la direzione e responsabilità del medico, il quale doveva avere sotto


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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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