Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto

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      III. Nella famosa battaglia del Trasimeno un Magone cartaginese, ferito da Appio romano, viene dal supremo duce fatto portare negli accampamenti e sottoposto alle cure di Sinalo W.
      .........Medicas bine ocyus artes,
      Et senioris opem Synhali vocat: unguere vulnus Herbarum his succis, fcrrumque e corpore cantu Exigere, et somnum tacto misisse chelydro, Anteibat cunctos: nomenque erat inde per urbes, Perque.Paraetoniae celebratum litora Syrtis. Ipse olim antiquo primum Garamanticus Hammon Scire pater dederat Synhalo, morsusque ferarum, Telorumque graves ictus, sedare medendo. Atque is deinde suo, moriens, caelestia dona Monstravit nato, natusque haeredis honori Transmisit patrias artes: quem deinde secutus Haud levior fama Synhalus Garamantica sollers * Monstrata augebat studio, multaque vetustum Hammonis comitem numerabat imagine patrem. Tum proavita ferens leni medicamina dextra, Ocyus, intortos de more adstrictus amictus, Muleebat lympha purgatum sanguine vulnus.
      Silio Italico nacque sotto l'imperatore Tiberio, e sebbene a quei tempi i costumi del popolo romano fossero corrotti, pure i gloriosi fatti dell' eroica epoca repubblicana erano orgogliosamente ricordati e il tema delle guerre puniche, argomento dell'epopea, celebrato ed accolto con plauso. Silio coprì le prime cariche dello Stato. Secondo Plinio egli fu più storico che poeta, e scrittore più che ingegnoso, diligente e accurato.
      Però considerando che la sua autorità può avere molto peso storico, credo opportuno di osservare come nel citato brano (parlando di Sinalo chirurgo militare che curò la ferita di Magone, presso a poco come Maro Perugino, quelle di Serrano) Silio ammetta una scuola chirurgica speciale agli Africani e Garamanti e tra essi nomini un Ammone chirurgo, che avendo appreso dagli antenati l'arte di curare le ferite « proavita medicamina », la tramandò a Sinalo suo discepolo.
      (1) Siuo ItalicoLib. v, 344 e seg.
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Storia della medicina in Roma
Al tempo dei Re e della Repubblica
di Giuseppe Pinto
Tipografia Artero e Comp.
1879 pagine 434

   

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