Storia della medicina in Roma di Giuseppe Pinto
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« consumito. Mtilier ad eam divinam ne adsit, ne videat quomodo « fiat. Hoc votum in annos singulos .si voles licebit vovere. »
Non è da tacersi come nei morsi dei serpenti, Catone suggerisca un rimedio chiamato dai medici Smirneo, da farsi prendere trito in una certa quantità di vino. Ho riferito anche questo precetto non tanto per l'entità del medicamento che non si sa qual valore avesse, quanto perchè questa è l'unica volta che egli nomina i medici in tutto il trattato sulla cosa rustica « quod MEDICI « vocant smyrneum ».
Francesco Puccinotti parlando di volo della medicina romana, citando Girolamo Mercuriale, pretende che le febbri periodiche sotto il nome di siedete febres fossero conosciute da Catone. Per quanto io abbia accuratamente letto ciò che resta degli scritti di Catone non mi fu dato verificare l'esistenza di questo vocabolo, e non so con quanta sicurezza abbia il Puccinotti I1) potuto affermare che fra le malattie nominate dal censore si risconti ino pure le statue febres, delle quali però non indica veruna specie. Egli è stato certamente tratto in inganno dall'avere poco esattamente interpretato un passo di Festo <2) cosi riportato: « Stata « sacrificia su ut, quae certis diebus fieri debent. Cato in ea, « quam scribit de L. Yeturio, de sacrificio, commisso cum ei « equum ademit quod tu, quod in te fuit, sacra stata solemnia, « capite sancta deservisti ».
Anche Cicerone (3) nomina in due luoghi queste cerimonie solenni quando dice: « quum enim illam ad solemne, et statimi « sacrificium curru velli ejus esset », e quando « sic prò domo « status cerimonias dixit ». In tal caso però dai prischi latini sotto il nome di stata sacrificia intendeansi semplicemente (come osserva benissimo Festo che cita in proposito Catone) alcune cerimonie religiose da praticarsi in alcuni giorni stabiliti.
Dove si trovano per la prima volta nominate le statue febres è in Plinio W quando indica per rimedio delle medesime i denti
(1) Puccinotti — Storia della medicina; Lib. ìv, cap. 6.
(2) Festo — De verbo) um s ig ni fica t ione; Lib. xviii.
(3) Cicerone — i, Tuscul; prò Milone.
(4) Plinio — Lib. xxvin, cap. 8.
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